Nel mondo immersivo di Craft-World, +Donna Zero Violenza è una comunità che trascende i confini virtuali, includendo sia donne che uomini dediti a fronteggiare le difficoltà subite dalle donne.
Fondata nel 2022, la sua missione è imperniata sulla lotta alla violenza contro le donne e sulla promozione dell’uguaglianza di genere all’interno e oltre il mondo digitale.
L’intervista collettiva approfondisce le iniziative di grande impatto del gruppo, che si svolgeranno dal 25 novembre al 31 dicembre, in coincidenza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Oltre agli eventi virtuali, +Donna Zero Violenza collabora attivamente con organizzazioni del mondo reale, diventando un esempio di integrazione fra le azioni fatte nel mondo virtuale e quelle fatte nel reale. Il loro impatto qualitativo, l’impegno nel raggiungere la comunità e la dedizione alla promozione del dialogo rendono +Donna Zero Violenza un punto di riferimento per un cambiamento positivo nel panorama digitale e oltre.
Di seguito l’intervista le cui risposte sono state sviluppate collettivamente da tutto il gruppo.

D: Cos’è Più Donna Zero Violenza, solo un luogo di riunione e discussione o qualcosa di più?

R: Siamo un gruppo di persone, donne e uomini, che ha fondato il progetto +Donna Zero Violenza in Craft World Opensim, all’inizio del 2022, per affrontare le problematiche inerenti alla condizione femminile. Siamo avatar/persone che, incontrandosi in Craft World, hanno scoperto di avere comuni interessi, tra cui l’impegno contro la violenza sulle donne e per il riconoscimento dei loro diritti e, con uno sguardo più ampio, dei diritti di tutte le persone.
Come ogni anno, anche in questo 2023, + Donna Zero Violenza, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha programmato una serie di iniziative che rispondono all’esigenza di dare una risposta alla domanda: C’è ancora domani?, prendendo spunto dal titolo del film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, e interrogandosi su quanto ci sia ancora da fare perché dalla domanda si possa davvero passare all’affermazione.
Le recenti notizie di cronaca che portano a più di cento i femminicidi nel 2023 in Italia, giustificano quel punto interrogativo, al quale vorremmo dare risposte affrontando temi e problemi che ancora rendono difficile il riconoscimento della parità e pari opportunità delle donne in ogni campo di studio e di lavoro.
É per questo che abbiamo costruito un “cartellone” di eventi che inizierà il 25 novembre e si concluderà il 31 dicembre, con queste finalità:
valorizzarle le donne come protagoniste di eventi che hanno trasformato la società stessa in una direzione di uguaglianza e parità;
riflettere su come ad esse sia affidato il primo approccio con i diversi generi attraverso l’oralità, perché da sempre da loro sono pronunciate le prime “parole” con cui i bambini e le bambine entrano nelle dinamiche di genere, e comprendere che tale ruolo può renderle le principali promotrici dell’auspicato cambiamento culturale, che valorizzi le differenze nella prospettiva dell’uguaglianza;
esaltare il valore dello sguardo delle donne accanto a quello maschile;
offrire prospettive di valorizzazione del corpo della donna, oltre gli stereotipi della società patriarcale;
far emergere un confronto con il nostro passato e con altre aree geo-culturali per quanto riguarda le relazioni di genere.

D: In che modo portare avanti un’iniziativa come questa in un mondo virtuale incide anche nella vita reale delle persone?

R: Anzitutto incide su di noi come singole persone e come gruppo poiché, partecipando a queste iniziative, siamo cresciute/i insieme nella consapevolezza delle problematiche relative alla violenza, mentre cerchiamo anche di comunicarle ad altri/e e a far partecipare più persone possibile agli eventi che si organizzano, condividendoli in altri mondi e sui social network.
Abbiamo cura di incrociare le attività in VL con altri gruppi che abbiano mostrato sensibilità a questi temi e con attività in RL, collegandoci con associazioni che operano nel mondo fisico, come lo Zonta International Club, i Centri Antiviolenza, nonché l’One Billion Rising e altre realtà con interessi comuni ai nostri.
Abbiamo attivato dopo un periodo di formazione con una psicoterapeuta, Presidente di un Centro Antiviolenza, uno sportello di ascolto, un servizio rivolto a chi si senta sottoposto a violenza nei mondi virtuali e nella vita reale, cui offriamo, appunto, ascolto e indicazioni per rivolgersi al 1522, numero nazionale antiviolenza, e ai centri territoriali.
Crediamo che il valore del nostro progetto consista proprio in questa connessione stretta tra interessi maturati nel mondo reale e interessi cresciuti in questa realtà virtuale, nella nostra casa virtuale che abbiamo stabilito in Craft World, con continui scambi tra mondo fisico e metaverso, offrendo un modello di fruizione del virtuale non solo come gaming ma come luogo di confronto sulle problematiche concrete delle persone.
Una community in cui si può ballare il sabato sera, o in tutte le altre occasioni possibili, e nello stesso tempo si può riflettere e operare per contribuire a dare soluzioni ai problemi reali delle persone. Perché non possiamo dimenticare che una volta spento il pc, ognuno si ritrova inevitabilmente a confrontarsi con la realtà e con tutto ciò che essa comporta.

D: Cosa può dare di più questa iniziativa rispetto alle iniziative create nel mondo reale? In che modo ne espande le possibilità?

R: Non misureremo il nostro progetto in base ad un più, in senso quantitativo, bensì in senso qualitativo, riferendoci alla qualità della vita di ciascuna persona/avatar che sa, ad esempio, di poter comunicare, anche nel mondo virtuale, un proprio disagio a persone formate per questo ascolto, che non giudicano, ma accompagnano ad una scelta di consapevolezza d’essere oggetto di violenza, primo passo per difendersene, fino alla scelta del tutto volontaria di rivolgersi ad un Centro Antiviolenza per essere seguite verso l’eventuale, sempre volontaria, denuncia del maltrattante.
Se crediamo che il mondo contemporaneo abbia bisogno di una comunicazione più personale e meno social, se crediamo che dialogare con culture di Paesi diversi per confrontarsi su presente e futuro, che ogni occasione sia buona per capire e far capire chi siamo e in cosa crediamo, ci rendiamo conto che proprio in mondi di accesso mediato da viewer come Opensim e Second Life, le nostre iniziative, che comunque giungono all’esterno tramite video e podcast, possono avere un significato di approfondimento e di divulgazione notevole, motivando anche altre persone a comprendere come l’avatar sia un medium dietro il quale emergono culture, passioni, interessi non banali né superficiali, generati dalla vita reale e orientati alla risoluzione dei problemi che in essa si incontrano.
Non meno importante è la possibilità di raggiungere persone da più Paesi e di attuare iniziative impossibili da realizzare nel mondo fisico, per l’impegno economico, organizzativo e logistico.

D: In una realtà come OpenSim, fatta di molti mondi spesso chiusi nei loro interessi particolari, in che modo riuscite a raggiungere le persone? Pensi che dal lato della comunicazione ci sia ancora del lavoro da fare?

R: Muoversi verso i diversi mondi, prendere contatto con i loro “abitanti”, cercare di creare comunità “inter-grid” è parte dei nostri obiettivi, perché abbiamo qualcosa da dire, da raccontare e da mostrare. Non ci nascondiamo che non sia facile questo aprirsi e aprire agli altri, ma va fatto, con pazienza e tenacia.
In quest’ottica abbiamo programmato di svolgere un tour nelle altre grid di Opensim per fare conoscere il nostro progetto e cercare di coinvolgerne gli owner . Cerchiamo, inoltre, di curare molto la comunicazione anche attraverso il nostro network sul web, ma certamente c’è molto ancora da fare, l’importante è non perdere fiducia nel valore del nostro impegno personale e di gruppo.

D: Viviamo in un mondo in cui la parte maschile di noi, nelle sue espressioni meno sane, domina negli uomini ma troppo spesso anche nelle donne. Riusciremo a “spostare questa montagna”, a cambiare un’intera cultura anche alla luce degli oltre 100 femminicidi compiuti solo quest’anno in Italia?

R: Come volontari ci siamo assunti la responsabilità di offrire un servizio importante aprendo lo Sportello d’Ascolto, un’opportunità di dialogo e di apertura verso chi ne avesse bisogno. La consapevolezza dell’importanza di questa opportunità nasce proprio dalla situazione di fronte alla quale ci pone la cronaca. Noi crediamo che sia fondamentale ovunque, e quindi non di meno in questo mondo virtuale, contribuire a diffondere il valore del rispetto delle persone nel senso più ampio, come nel livello più specifico del rispetto tra i generi. Non vogliamo sottrarci al dovere civile di riflettere e far riflettere sulla gravità del fenomeno del femminicidio. Noi vogliamo parlare a tutti, agli uomini che sono o si scoprono violenti e alle donne che ancora non hanno preso coscienza dei rischi che corrono se non riescono a interpretare i primi segni della violenza. Non sappiamo quanto potremo “spostare” di questa montagna, ma abbiamo fiducia nel fatto che ciascuno/a di noi può spostare un pugno di terra o una pietra. E cerchiamo di farlo con convinzione.

Il Gruppo +Donna Zero Violenza

Raggiungi il gruppo in-world attraverso questo slurl:
hop://craft-world.org:8002/Piu%20Donna%20Zero%20Violenza/80/98/23

Author

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *