Il progetto “La Città delle Donne”, con la sezione “Fuori dal labirinto – Una stanza tutta per sé”, si rivolge al mondo della scuola, con la finalità di contribuire, in linea con gli Obiettivi ONU Sviluppo Sostenibile 2030, n.5 Parità di Genere, alla riduzione del divario di genere nella divulgazione della scrittura letteraria delle donne, e delle loro produzioni culturali in generale, poco presenti nei libri scolastici e non solo.
L’idea che presiede al progetto “Fuori dal labirinto – Una stanza tutta per sé”, infatti, è quella di sottolineare e superare l’esclusione delle voci di scrittrici dalla trasmissione letteraria e culturale in genere, esclusione oggi non più giustificabile grazie alla conquista dell’idea di parità tra i generi, conquista recente ma in fondo consapevolmente o inconsapevolmente preparata dai contributi di tutte le scrittrici che trovano sull’isola NoiLab (OpenSim Craft Word.org:8002:noilab) la loro “stanza tutta per sé”, eredità ideale e concreta della riflessione di Virginia Woolf.
L’inizio del percorso nella Città delle Donne
Il progetto ha previsto la costruzione, ad opera del builder Tonino Lane, di dieci edifici principali visitabili, destinati ad accogliere le scrittrici di diversi periodi storici, prevalentemente poete, nelle loro stanze.
Il profilo di Virginia Woolf, ispiratrice del progetto “Fuori dal Labirinto – Una casa tutta per sé”
All’evolversi delle dieci strutture si affianca il contemporaneo evolversi della cultura verso una valutazione più equa del contributo delle scrittrici all’evolversi di modelli e stilemi letterari, con la conseguente progressiva emersione di figure di donne, non solo nella produzione, ma anche nella divulgazione letteraria.
La scelta delle scrittrici, più di cento, è guidata da diverse motivazioni, si è tenuto conto, infatti, sia della valenza letteraria sia della valenza simbolica della loro scrittura, nonché della forza critica e innovativa dei modelli da loro proposti. La città viene aggiornata continuamente con l’inserimento di altre scrittrici e artiste, in relazione ad attività didattiche specifiche. Queste fotografie sono da intendersi solo come esempi di percorsi in continuo aggiornamento.
Affrontata già nell’Ottocento, nel Novecento e nel Duemila la questione del divario di genere nella trasmissione-divulgazione delle produzioni letterarie di scrittrici nel contesto europeo è emersa in tutta la sua forza, grazie all’impegno di giornaliste e polemiste, nonché di educatrici, con l’intento di ridurlo nei percorsi didattici arricchendoli di profili di donne, e di attiviste dell’associazionismo femminile e femminista, con la finalità di portare al riconoscimento per le donne dei diritti umani, a partire dal diritto di voto e proseguendo con legislazioni orientate a garantirne il completo e concreto pieno godimento.
la vera sfida rappresentativa è stato il Duemila, che abbiamo alla fine interpretato con le case vaganti nel bosco, su indicazione di Fabio Fornasari architetto che fa riferimento al giapponese Terunobu Fujimori, che vuol mettere in armonia natura e ipertecnologismo. Nel Duemila il centro della città delle donne è la casa del racconto, in legno ma pienamente tecnologica, dove io narro, con i supporti digitali che la tecnologia ci mette a disposizione, di tante scrittrici, tutte da citare, da Anna Stexon a Elena Ferrante e così via.
La Città delle Donne non trascura di schierarsi per la libertà delle donne in ogni angolo del mondo, come dimostra il progetto dedicato alle donne afghane.
Tra i progetti realizzati con le scuole, interessante quello dedicato a Martha Gellhorn, inviata di guerra, che ha visto protagonisti docenti e studenti dell’ITIS Einstein – De Lorenzo, Potenza-Picerno.
Infine, il progetto “La Città delle Donne” si pone come spazio culturale aperto ad altre “creatrici”, in quest’ottica ospita il LAP Laboratorio Arte Pubblica, Laboratorio di Antropologia Visuale ed esposizione urbana, di cui è ideatrice e curatrice l’artista multimediale Elisa Laraia, docente dell’Accademia delle Belle Arti e dell’Università Federico II di Napoli.
La sede del LAP in Noilab – Craft World
Voglio sottolineare, per concludere, l’impianto in progress del progetto, e la sua valenza didattica, ben resa visibile dal Laboratorio, un’area vicino al mare delimitata da una colorata bolla di sapone, un inno alla creatività.
C’è poi la mia casa, dove ospito amiche e amici per chiacchierare e rafforzare il clima di comunità che caratterizza Noilab e Craft World.
Lorenza conversa con amici e amiche nella sua casa sul mare
“La Città delle Donne” vi aspetta! A presto!